Le emissioni Scope di un’azienda industriale si suddividono in tre categorie, ognuna delle quali include diverse fonti di emissioni:

  • Scope 1: sono le emissioni dirette dai processi produttivi dell’azienda. Comprendono la combustione di combustibili fossili (ad esempio, nel riscaldamento o nei veicoli di proprietà) e le perdite di gas refrigeranti e altre emissioni dirette da impianti o processi industriali.
  • Scope 2: sono le emissioni indirette associate all’energia elettrica consumata. Si riferiscono all’elettricità acquistata e utilizzata dall’azienda, considerando l’impatto ambientale della produzione di quell’energia.
  • Scope 3: sono le emissioni indirette non incluse nello Scope 2, che riguardano tutta la catena del valore dell’azienda. Comprendono le emissioni da fornitori (ad esempio, per la produzione di materiali e componenti), per la distribuzione dei prodotti, per l’uso e lo smaltimento dei prodotti venduti e i viaggi d’affari dei dipendenti.

E i trasporti?

Foto di Wolfgang Hasselmann su Unsplash

Per esempio, prendiamo in considerazione la spedizione di un pallet di merce.

  • Scope 1: emissioni dirette provenienti da fonti possedute o controllate dall’azienda. Ad esempio, il carburante utilizzato nei veicoli di proprietà per il trasporto.
  • Scope 2: emissioni indirette associate all’energia elettrica consumata. Se l’azienda utilizza energia elettrica per le operazioni logistiche, queste emissioni rientrano in questa categoria.
  • Scope 3: emissioni indirette non incluse nello Scope 2, che comprendono tutte le altre attività della catena del valore. Per la spedizione di un pallet, questo può includere le emissioni generate dai fornitori di servizi di trasporto, dai materiali di imballaggio e dal ciclo di vita dei prodotti trasportati.

Per una valutazione completa delle emissioni, le aziende devono considerare tutte e tre le categorie. Questo approccio aiuta a identificare opportunità per ridurre l’impatto ambientale lungo tutta la catena del valore.

Lo Scope 3 si riferisce alle emissioni di gas serra che si verificano nella catena di valore di un’azienda, ma non sono direttamente controllate da essa.

Le emissioni Scope 3 sono suddivise in 15 categorie, a loro volta organizzate in due tipologie: emissioni a monte (upstream) o a valle (downstream)nella catena del valore. La categorizzazione punta a fornire maggiori linee guida e struttura nella segnalazione delle numerose emissioni che rientrano in questo ambito.

Tra le emissioni Scope 3, quelle Upstream sono relative a:

  • Beni e servizi acquistati
  • Beni strumentali
  • Attività relative al carburante e all’energia (non incluse nei calcoli delle emissioni Scope 1 o Scope 2)
  • Trasporto e distribuzione a monte (inbound)
  • Rifiuti generati dalle operazioni
  • Viaggi d’affari
  • Pendolarismo dei dipendenti
  • Asset in leasing upstream

Le emissioni Downstream Scope 3 sono emissioni relative a:

  • Trasporto e distribuzione a valle (outbound)
  • Elaborazione dei prodotti venduti
  • Utilizzo dei prodotti venduti
  • Trattamento relativo alla fine del ciclo di vita (smaltimento) dei prodotti venduti
  • Asset in leasing a valle
  • Franchising
  • Investimenti.

Il monitoraggio delle emissioni Scope 3 è importante perché spesso rappresenta la maggior parte delle emissioni totali di un’azienda. Ridurre queste emissioni è una sfida significativa, poiché richiede collaborazioni con fornitori, clienti e altre parti della catena di approvvigionamento.

Il trasporto delle merci ai clienti rientra nelle emissioni di Scope 3 ed è una componente significativa, ma l’incidenza esatta può variare notevolmente a seconda del settore, della tipologia di prodotti e delle modalità di trasporto utilizzate.

In generale, le emissioni legate al trasporto possono rappresentare una parte sostanziale delle emissioni totali Scope 3. Per alcune aziende, queste emissioni possono costituire dal 10% al 30% o più delle loro emissioni totali Scope 3. Tuttavia, per avere un quadro preciso, è fondamentale analizzare i dati specifici dell’azienda, le sue operazioni logistiche e la sua catena di fornitura.

La gestione e la riduzione di queste emissioni richiedono strategie come l’ottimizzazione delle rotte, l’uso di veicoli a basse emissioni e la scelta di fornitori che adottano pratiche sostenibili.

Le multe per le emissioni di Scope 3 non sono comuni come quelle per Scope 1 e Scope 2, che riguardano le emissioni dirette e indirette controllate dalle aziende. Tuttavia, l’attenzione verso le emissioni Scope 3 sta crescendo e ci sono alcune considerazioni da tenere a mente:

  • Regolamentazione: in alcuni Paesi, le normative ambientali possono includere requisiti per la rendicontazione delle emissioni Scope 3 e le aziende potrebbero affrontare sanzioni se non rispettano questi obblighi di reporting.
  • Standard di rendicontazione: organizzazioni come il Greenhouse Gas Protocol forniscono linee guida su come misurare e riportare le emissioni Scope 3, ma la non conformità a tali standard può influenzare la reputazione aziendale piuttosto che portare a multe dirette.
  • Pressioni di mercato: le aziende che non gestiscono adeguatamente le loro emissioni Scope 3 potrebbero affrontare pressioni da parte di investitori, clienti e altre parti interessate, con conseguenze negative per la loro reputazione e performance finanziaria.
  • Incentivi e opportunità: alcune iniziative e programmi governativi offrono incentivi per le aziende che lavorano per ridurre le proprie emissioni Scope 3, invece di applicare sanzioni.

In sintesi, mentre le multe dirette per le emissioni di Scope 3 non sono comuni, il contesto normativo e commerciale sta evolvendo e le aziende potrebbero trovarsi a dover affrontare conseguenze significative se non si impegnano a monitorare e ridurre queste emissioni.

Occorre notare che la disciplina riguardante le emissioni di Scope 3 non è emanata da un singolo ente, ma è influenzata da diverse organizzazioni e iniziative internazionali, tra cui:

  • Greenhouse Gas Protocol: sviluppato dal World Resources Institute (WRI) e dal World Business Council for Sustainable Development (WBCSD), questo protocollo fornisce le linee guida più diffuse per la misurazione e la rendicontazione delle emissioni di gas serra, inclusi Scope 1, 2 e 3.
  • Normative nazionali: alcuni Paesi hanno iniziato a integrare requisiti per la rendicontazione delle emissioni Scope 3 nelle loro legislazioni ambientali. Ad esempio, in Europa alcune direttive possono richiedere alle aziende di rendicontare le proprie emissioni in modo più dettagliato.
  • Iniziative di sostenibilità: organizzazioni come il Carbon Disclosure Project (CDP) e l’Iniziativa Science Based Targets (SBTi) incoraggiano le aziende a misurare e ridurre le loro emissioni Scope 3, fornendo standard e metodologie.
  • Standard di reporting: entità come il Global Reporting Initiative (GRI) e il Sustainability Accounting Standards Board (SASB) includono la rendicontazione delle emissioni Scope 3 nei loro standard di reporting.

 

In sintesi, la gestione delle emissioni Scope 3 è guidata da una combinazione di linee guida internazionali, normative nazionali e iniziative di sostenibilità, piuttosto che da una singola normativa.

Si è visto come il trasporto abbia un ruolo cruciale.

Le aziende di trasporto merci possono richiedere un sovrapprezzo per le emissioni di Scope 3 per diverse ragioni:

  • Costi operativi aumentati: stanno investendo in tecnologie più sostenibili, come veicoli a basse emissioni e pratiche operative ecologiche.
  • Rendicontazione e gestione delle emissioni: la necessità di monitorare e rendicontare le proprie emissioni di Scope 3 richiede risorse e processi aggiuntivi, che possono aumentare i costi operativi.
  • Pressioni normative: con l’aumento delle normative ambientali, le aziende di trasporto potrebbero dover affrontare costi aggiuntivi per conformarsi a requisiti di sostenibilità, che possono essere riflessi nei prezzi dei servizi.
  • Impatto sulla reputazione: le aziende stanno diventando sempre più consapevoli dell’importanza della sostenibilità e potrebbero voler dimostrare ai loro clienti che stanno attivamente lavorando per ridurre le emissioni. Questo può includere costi per compensare le emissioni.
  • Competitività e differenziazione: alcune aziende possono utilizzare l’approccio sostenibile come unique selling point, giustificando così un sovrapprezzo per servizi considerati “verdi”.

In sintesi, il sovrapprezzo per le emissioni di Scope 3 riflette ( o dovrebbe riflettere) i costi aggiuntivi associati alla sostenibilità e alla gestione delle emissioni, oltre alla crescente pressione per rispettare le normative e migliorare la reputazione aziendale.

 

Quale impatto nella scelta del trasportatore o dello spedizioniere?

Per ridurre le emissioni Scope 3 quando si sceglie chi incaricare del trasporto delle merci, si possono seguire alcune strategie:

  • selezionare spedizionieri a basse emissioni, come aziende di logistica che utilizzano a basse emissioni di carbonio e che abbiano impegni chiari per la sostenibilità
  • ottimizzare le rotte, collaborando con spedizionieri che utilizzano tecnologie per ottimizzare le rotte, riducendo le distanze percorse e, di conseguenza, le emissioni
  • consolidare le spedizioni, cercando di ridurre il numero di viaggi necessari, massimizzando l’efficienza del carico
  • adottare imballi sostenibili, ecologici o riciclato per ridurre le emissioni associate alla produzione degli imballaggi
  • analizzare le emissioni, richiedendo allo spedizioniere di fornire dati sulle emissioni associate alle loro operazioni, così da prendere decisioni informate
  • formazione e consapevolezza, sensibilizzando i dipendenti sull’importanza della sostenibilità nella logistica e incoraggiandoli a considerare le emissioni nei processi decisionali
  • collaborazioni a lungo termine con spedizionieri che dimostrano un impegno continuo per la riduzione delle emissioni e la sostenibilità
  • certificazioni ambientali, scegliendo spedizionieri che hanno ottenuto certificazioni riconosciute per le loro pratiche sostenibili (ad esempio, ISO 14001).

 

Implementando queste strategie, si può contribuire alla riduzione delle emissioni Scope 3 associate al trasporto delle merci aziendali.

 

Come saperne di più?

Per richiedere un check-up dei trasporti, scrivi a info@smartvco.com, indicando il codice “L11”.

 

UNSPSC: 78141501