La stampa dà risalto alle conseguenze per le imprese degli aumenti dei prezzi di energia elettrica e gas registrati negli ultimi mesi.

Ad esserne colpite sono soprattutto le imprese manifatturiere ed in particolare i settori cosiddetti “energivori”, in cui le spese energetiche costituiscono una delle principali voci di costo.

Le imprese non hanno certamente la forza per modificare gli scenari geopolitici mondiali e l’andamento dei mercati di energia elettrica e gas, ma è anche vero che senza fare niente non ci si può attendere alcun risultato.

L’efficienza consapevole è la vera chiave per rendere competitiva ed efficiente l’impresa?

La valutazione dello status quo è sempre il primo passo verso il risparmio energetico.

Le direttive europee al riguardo sono molto chiare: per rendere più competitive le imprese è necessario ottenere la riduzione dei consumi energetici, iniziando dalle imprese energivore.

Nell’ultimo decennio anche le imprese non obbligate, considerato l’approccio ingegneristico, ne hanno apprezzato i risultati: l’impresa “consuma di meno e produce di più”. Ma ora l’energia costa molto di più.

Questa ambiziosa transizione può continuare con un primo passo che rende l’impresa consapevole della situazione energetica attuale attraverso una diagnosi energetica, oppure un audit energetico che comprende tutti i vettori energetici utilizzati all’interno dell’impresa.

La prassi diffusa è quella di ridurre al massimo i consumi e sperimentare se effettivamente la produzione è rimasta invariata.

La normativa sull’efficienza energetica

L’approccio ingegneristico suggerito dal D. Lgs. 102/2014 e successivo D. Lgs 73/2020, come attuazione della direttiva 2012/27/UE sull’efficienza energetica, mette come obiettivo la determinazione delle baseline e propone un continuo miglioramento in un ciclo di Deming (Plan-Do-Check-Act): alla base c’è una buona pianificazione e poi si prosegue con l’esecuzione, il controllo e l’eventuale miglioramento da fare ex-post.

La norma UNI CEI EN 16247-1-2-3-4-5:2012 fissa parametri molto stretti per redigere le Diagnosi Energetiche e la norma UNI CEI 11339 determina i requisiti degli EGE e degli Energy auditor, i saperi minimi e l’esperienza che devono avere per poter affrontare questo compito.

Perché UNI CEI? E soprattutto perché EN? Questo è un marchio di garanzia: infatti questa figura è condivisa per tutta l’Europa e gli audit che ne derivano hanno validità in tutta l’Unione e raggiungono quindi validità internazionale.

Anche la norma UNI CEI EN ISO 50001 (Sistemi di gestione dell’energia – Requisiti e linee guida per l’uso) può essere una buona strada per il raggiungimento degli obiettivi energetici ed ha validità internazionale: anch’essa parte da una diagnosi.

Gli obiettivi

L’obiettivo più alto è quello di ridurre le emissioni di gas-serra e i consumi per rispettare, prima, gli obiettivi 20-20-20 ed ora gli obiettivi del “Piano 2030”.

I principali obiettivi sono la decarbonizzazione, l’efficienza energetica, la sicurezza energetica, la salvaguardia di un mercato comunitario interno, la ricerca green e l’innovazione.

Le aziende non-ETS

Ai fini della decarbonizzazione, sussiste un obiettivo nazionale vincolante consistente nel ridurre, al 2030, del 30% le emissioni di CO2 nei settori non ETS (non Emission Trading System – settori non regolati dalla direttiva 2009/29/UE e identificabili approssimativamente con i settori dei trasporti, dell’edilizia, dell’agricoltura, dei servizi, dei rifiuti e della piccola industria), rispetto a quelle del 2005. Il risultato può essere raggiunto attraverso diversi interventi, soprattutto in termini di efficienza energetica e adozione di energia da fonti rinnovabili.

Naturalmente la riduzione dei consumi energetici ha come riferimento la produttività: si parla sempre di efficienza e non di risparmio tout-court.

Infatti, con il fenomeno crescente del reshoring è indispensabile legare l’impatto ambientale ai prodotti e servizi effettivamente prodotti ed erogato sul suolo dell’Unione ed in ogni Stato membro.

La diagnosi energetica, infatti, ha come matrice il rapporto tra costo energetico/unità prodotto (servizio): minore sarà questo rapporto, maggiore sarà l’efficienza dell’impresa.

L’obiettivo aziendale, infatti, è quello di ridurre questo valore per massimizzare l’utile. Ed ecco il valore di questa sfida win-win: l’UE raggiunge gli obiettivi in termini climatici e le aziende diventano più competitive.

La diagnosi energetica

Una volta fissati gli obiettivi e le modalità, come funziona lo strumento?

Si possono individuare alcuni passaggi:

  1. si procede individuando una baseline, sia tecnica che economica: dove e quando consumo l’energia? Quanta ne consumo? A quali condizioni e con quali contratti?
  2. si individuano i KPI
  3. si valutano gli indici: confronto media di mercato, BAT (Best Available Tecnologies), analisi delle perdite
  4. si individuano gli interventi da fare: interventi gestionali (correggere o migliorare le modalità di utilizzo) e interventi impiantistici (sostituire o adottare impianti)
  5. si fa una valutazione economica dell’intervento esprimendo ogni intervento in termini dell’indice VAN (valore attuale netto). È una valutazione sulla vita operativa. Il VAN riesce ad esprimere la resa di un’iniziativa in termini di denaro attuale. Se questo indice è maggiore di zero significa che quell’investimento produce un utile. Maggiore è il valore, superiore sarà la convenienza dell’investimento.

È capitato, negli anni, che alcuni investimenti menzionati all’interno di alcune diagnosi energetiche nella sezione “interventi di razionalizzazione” presentassero VAN inferiori a zero. Questi investimenti, chiaramente, non furono inizialmente considerati e furono pertanto “accantonati”.

Che cosa è capitato?

  1. Il valore di quegli investimenti nell’arco di qualche anno è diminuito notevolmente, consentendo alle imprese di adottarli (ad esempio, il fotovoltaico)
  2. Il prezzo dell’energia è cresciuto e interventi che prima producevano un risparmio esiguo ora riescono a dare il loro contributo (ad esempio, il secondo relamping LED, la rifasatura, l’adeguamento centrali media, il restore di motori elettrici).

Quali strumenti economici?

Per fare in modo che le aziende si occupino di efficienza energetica l’UE attraverso associazioni di categoria, enti, Stati membri e regioni si è adoperata ad elargire contributi più o meno importanti. Non da ultimo il PNRR ha stanziato 15 miliardi di euro per l’efficientamento energetico degli edifici. Le regioni poi hanno promosso alcuni bandi per innovazione ed efficienza energetica.

Questi strumenti, uniti al caro-energia, sono degli incentivi ulteriori per il mantenimento della competitività in un mercato sempre più difficile.

Quali sono i comportamenti virtuosi che ciascuno di noi può mettere in campo in azienda?

Vale la pena ricordare alcune buone pratiche:

  • non lasciare luci accese quando non necessario: sembra banale, ma quanti uffici e punti vendita sono illuminati a giorno durante le pause pranzo (i primi) e fuori dagli orari di apertura (i secondi)
  • prevedere sensori di presenza per l’attivazione della luce nelle aree frequentate saltuariamente
  • sostituire le lampade tradizionali con quelle a risparmio energetico (LED)
  • spegnere apparecchi e dispositivi quando non sono utilizzati: tutti noi abbiamo il collega che non spegne mai il computer o la “ciabatta”
  • regolare correttamente la temperatura interna (riscaldamento e condizionamento)
  • organizzare le aree di lavoro e gli orari in maniera più efficiente, a maggior ragione in un periodo in cui le presenze di personale al completo sono rare
  • puntare a eliminare gli sprechi termici in ufficio. Riscaldamento e raffrescamento andrebbero spenti almeno mezz’ora prima di lasciare l’ufficio: oltre a ridurre i consumi, il corpo ha modo di abituarsi gradualmente alla differenza di temperatura con l’esterno
  • fare formazione per promuovere la cultura del risparmio energetico negli uffici: il risparmio energetico si può ottenere soltanto con la partecipazione attiva di tutti i dipendenti e i collaboratori dell’azienda, pertanto è indispensabile coinvolgere il personale e promuovere una vera cultura della sostenibilità.

Il controllo delle fatture delle forniture energetiche

Energia elettrica e gas metano sono voci di spesa rilevanti per le aziende: devono quindi essere oggetto di attenta e costante verifica. Spesso, però, la complessità delle fatture rende difficile il controllo della correttezza degli importi dovuti.

Ad esempio, una bolletta di fornitura di energia elettrica per uso non domestico può arrivare ad avere alcune decine di componenti, tra cui gli oneri di vendita del fornitore ed i corrispettivi stabiliti dalle Autorità (che variano periodicamente in base al tipo fornitura).

Le aziende raramente riescono a identificare gli errori presenti nelle fatture delle varie utenze di energia elettrica e gas metano.

Il controllo puntuale e approfondito delle fatture di energia elettrica e gas richiede una disponibilità significativa di competenze, tempo e risorse dedicate. Non va infatti sottostimata la difficoltà di analizzare nel dettaglio ogni componente, con il rischio di non accorgersi di anomalie e discrepanze tra quanto effettivamente fatturato e quanto avrebbe dovuto essere correttamente applicato secondo il contratto.

Maggiori sono il numero di utenze, i consumi ed il numero di fornitori, più complessa e onerosa in termini di tempo sarà l’attività di controllo delle fatture.

Le piccole aziende subiscono l’assenza in azienda competenze specifiche. Le aziende di maggiori dimensioni hanno invece un energy manager nell’organico: l’energy manager è però impegnato sul fronte del governo dei consumi e delle macchine: non ha il tempo per fare un efficace controllo delle fatture.

Il servizio CFE – Controllo Fatture Energia ha lo scopo di garantire alle aziende la visibilità ricercata sulla spesa energetica, tramite un servizio snello e conveniente. Il servizio permette di evitare e recuperare costi non dovuti, delegando all’esterno l’attività non-core.

La sostenibilità

Efficienza energetica non significa soltanto risparmio sul conto economico, ma anche un passo sul tema della sostenibilità: un argomento che raccoglie sempre più attenzione dalle imprese e dai consumatori.

Per informazioni sull’audit energetico o servizio di controllo felle fatture di energia elettrica e gas e l’audit energetico, manda una mail a info@smartvco.com, indicando il codice “E01”

UNSPSC: 83100000