Negli ultimi mesi l’aumento dei costi dei carburanti è diventato il problema principale connesso ai trasporti, pur ancora gravati dalla carenza degli autisti.

In tale contesto, è primaria necessità delle aziende garantire una organizzata catena di approvvigionamento che possa essere il più possibile insensibile a fattori esterni ed imprevedibili e sostenibile da un punto di vista economico.

L’aumento del costo alla pompa del gasolio e del gas pone sul tavolo la necessità di una revisione contrattuale dei rapporti con i fornitori di cui l’impresa si avvale per l’esecuzione di servizi di trasporto.

Al riguardo, vale la pena segnalare che la prassi commerciale registratasi negli ultimi anni vede le imprese non inclini a stipulare contratti scritti per i trasporti internazionali su gomma.

Con il Decreto Legge n. 21 del 21 marzo 2022, è stato stabilito che il contratto di trasporto stipulato in forma scritta debba contenere anche la clausola per l’adeguamento del corrispettivo al costo del carburante. Questo avviene sulla base delle rilevazioni mensili del Ministero della transizione ecologica sul prezzo del gasolio da autotrazione, qualora tali variazioni superino del 2% il valore preso a riferimento al momento della stipula del contratto o dell’ultimo adeguamento.

Se nel contratto manca questa clausola, il contratto scritto viene equiparato al contratto verbale (con tutto ciò che ne consegue, in termini di rischi).

Una delle conseguenze pratiche, secondo quanto stabilito dal Decreto, è che, in caso di contratti non stipulati in forma scritta, il corrispettivo “si determina in base ai valori indicativi di riferimento dei costi di esercizio” pubblicati dal Ministero.

Come devono comportarsi i buyer?

Le parti in gioco non hanno più le mani completamente libere: al vettore devono essere necessariamente corrisposti i costi di riferimento, determinati trimestralmente dal ministero.

Gli uffici acquisti che avevano concordato con i vettori dei listini di trasporto senza condizioni di adeguamento delle rate al costo del carburante, negli ultimi tempi hanno visto “saltare” tutti gli accordi presi. In altre parole, è come se fossero stati cancellati gli accordi sottoscritti ed ora si ritrovano nella condizione di dover chiedere una quotazione ad hoc per ogni spedizione. Questo si verifica perché le continue mutazioni al prezzo dei carburanti rendono impossibili per i vettori produrre delle quotazioni con validità superiore al breve termine.

È infatti noto che il carburante ha un’incidenza significativa sul costo del trasporto complessivo.

D’altra parte occorre rilevare, però, che l’incidenza del costo carburante è diversa a seconda del servizio (FTL, LTL, groupage, espresso) e spesso gli operatori del settore colgono l’opportunità presentata da momenti di rialzo dei costi come quello che stiamo vivendo per guadagnare margini di competitività, magari andando così a vanificare il lavoro svolto dall’ufficio acquisti nel tender.

Capita in questi casi, quindi, che siano chiesti degli adeguamenti superiori all’aumento dei costi operativi del trasporto.

La consulenza offerta dagli specialisti delle analisi sui trasporti risulta quindi un vantaggio, in quanto supporta l’azienda nell’oggettivare la situazione e definire una soluzione equa. L’azione permette anche di ridurre l’entità degli aumenti dei costi di trasporto.

Per richiedere un approfondimento e un check-up dei contratti di trasporto, invia una mail a info@smartvco.com, indicando il codice “T01”.