Consegna gratuita. Quante volte abbiamo visto, letto, scritto il termine. Un concetto che, anche a seguito dell’espansione dell’ecommerce nelle vendite B2B e B2C, ricorre sempre più spesso.

Tante volte la si dà per scontata, in fase di trattativa commerciale è argomento temuto o desiderato.

Se si è nella posizione del venditore è temuta, soprattutto in un contesto di possibile frammentazione degli ordini e parcellizzazione delle consegne.

Se si è nella posizione del compratore è invece desiderata, perché non si vogliono pagare “balzelli”.

Dal mondo B2C (spesso è un argomento di spinta all’acquisto) sempre più il concetto si trasferisce anche alle vendite B2B.

Quando diventa una consuetudine, porta con sé dei rischi. Si è portati a dimenticare che la consegna:

– è un servizio, erogato da un’azienda, la quale è un’organizzazione di persone;

– ha un valore per chi la riceve;

– ha un costo, monetario e non monetario, per chi la organizza, la commissiona e la paga;

– ha un prezzo, pagato dal mittente o dal beneficiario, che è il corrispettivo per una prestazione professionale.

È importante, quindi, che gli attori della filiera riconoscano il valore dietro al servizio di trasporto e consegna. Anche perché voler rincorrere a tutti i costi il mito della consegna gratuita porta ad un decadimento della qualità del servizio offerto dagli operatori del settore.

Senza dimenticare che se la consegna gratuita porta ad un maggior frazionamento di ordini e consegne, come contraltare aumenterà la spesa per l’acquisto e lo smaltimento degli imballaggi, con un peggioramento della sostenibilità complessiva della filiera.

Non è più trasparente a questo punto valutare un cambio di resa?

Per richiedere un check-up sui costi di trasporto, invia una mail a info@smartvco.com, indicando il codice “T01”