Quando si parla di operazioni di fusione e acquisizione (M&A), si pensa spesso al momento della firma del contratto come alla fine del processo: la vera sfida comincia dopo. La fase post acquisizione rappresenta un momento cruciale per assicurarsi che l’investimento produca i risultati attesi, e la due diligence post acquisizione è uno strumento fondamentale in questo contesto.

 

Che cos’è la due diligence post acquisizione?

La due diligence post acquisizione è un processo di analisi approfondita che viene svolto dopo la conclusione di un’operazione di M&A da persone esterne all’azienda acquirente e acquisita.

 

Perché è necessaria?

  1. Confermare i dati e le ipotesi iniziali: durante la trattativa, molte decisioni vengono prese sulla base di analisi, stime e proiezioni parziali. La due diligence post acquisizione consente di verificare la realtà, riducendo il rischio di sorprese negative, permettendo di recuperare valore anche con un reclamo verso il venditore.
  2. Identificare rischi nascosti: nonostante una due diligence pre-acquisizione ben eseguita, possono emergere problematiche che non erano visibili prima dell’acquisto. Questi rischi possono includere passività legali, insussistenze, problemi operativi o criticità legate al personale.
  3. Ottimizzare l’integrazione: la due diligence post acquisizione aiuta a eliminare gli ostacoli per piani di integrazione veramente efficaci. Fornisce una comprensione più dettagliata delle dinamiche aziendali, facilitando l’allineamento culturale, operativo e strategico tra le due realtà.

 

Un esempio pratico: il caso di un fondo

Un nostro cliente, un grande fondo di investimento, ha acquisito e aggregato alcune aziende e ci ha chiesto di effettuare una verifica mirata su cespiti, magazzini e conformità alle normative HSE (Health, Safety, Environment).

 

Quale risultato?

Sono stati identificati i rischi e un percorso di eliminazione dei rischi nonché documentate discrepanze per circa il 10% del prezzo pagato. Vediamo in dettaglio cosa è stato fatto:

  • Cespiti: condotto un inventario di tutti i macchinari usati in produzione e logistica, etichettandoli, fotografandoli e verificando che fossero inventariati, correttamente mantenuti, certificati e dotati dei dispositivi di sicurezza previsti. Questo ha permesso di:
  1. Dismettere o mettere a norma cespiti obsoleti, proteggendo gli amministratori da potenziali responsabilità penali in caso di infortunio.
  2. Identificare cespiti a libro ma non esistenti, recuperando il valore iscritto in bilancio.
  3. Fornire all’azienda un inventario preciso e il sistema per l’inventariazione futura dei cespiti.
  • Magazzini: riscontrate discrepanze nelle quantità, ricostruendo a ritroso le scorte alla data della cessione. Identificati codici obsoleti o slow moving che avrebbero dovuto essere svalutati in bilancio.
  • Normative HSE: verificata la conformità delle aziende e dei loro siti produttivi alle disposizioni di legge, predisposti piani di adeguamento e messi al riparo i nuovi amministratori da potenziali conseguenze penali personali.

 

Le difficoltà delle due diligence preventive

Le due diligence preventive, pur essendo fondamentali, sono spesso non risolutive. Questo può essere dovuto ad una limitazione di ampiezza e profondità di analisi, limitazione spesso concordata con il committente, dati incompleti, omissioni di comunicazione o pressioni per concludere rapidamente il processo. Spesso mancano il tempo e la seniority necessarie per analisi approfondite e per individuare criticità nascoste anche per informazioni omesse o distorte fornite dal venditore.

 

Perché scegliere Sinedi?

Sinedi offre un approccio completo, grazie all’esperienza diretta dei suoi partner senior che gestiscono personalmente le analisi sul campo.

Dispone di persone con know-how specifico per molte nicchie di mercato e adotta una struttura di pricing che combina una componente fissa e una variabile legata al valore recuperato. Il costo è sempre inferiore al 30% del valore recuperato e il processo dura al massimo un mese, a condizione che tutte le parti collaborino.

 

Conclusione

La due diligence post acquisizione non è un semplice esercizio formale, ma una fase strategica del processo M&A per garantire che a fronte di un pagamento ci sia valore conseguito, per sterilizzare rischi soprattutto per gli amministratori della parte acquirente.

Investire tempo e risorse in questa attività può fare la differenza tra un’acquisizione che crea valore e una che genera problemi.

È anche il momento per svolgere un audit dei costi indiretti e identificare possibilità e obiettivi di saving.

 

Contributo a cura di Sinedi, un’azienda del Gruppo Considi

 

Come saperne di più?

Per richiedere un incontro di approfondimento, scrivi a info@smartvco.com, indicando il codice “D02”.

 

UNSPSC: 84111603

(Foto di Kevin Ku su Unsplash)